La Toyota ha dovuto sospendere la produzione di veicoli in Giappone dopo che un attacco hacker ha colpito uno dei suoi principali fornitori di componenti elettronici e di plastica.

14 centri di produzione in stop, tra cui alcuni della Hino Motors e della Daihatsu.
L’azienda colpita è una pioniera nell’utilizzo della Just-In-Time manufacturing, un metodo che non richiede lo stock dei materiali ma permette il loro immediato utilizzo nella catena di produzione.

Non si hanno ancora sufficienti informazioni per stabilirne le cause e gli autori, ma l’attacco hacker a Toyota è avvenuto proprio in coincidenza con le dichiarazioni del Giappone a sostegno dell’Ucraina e degli alleati occidentali.

Il Primo Ministro Fumio Kishida ha affermato che verranno effettuate delle investigazioni a riguardo, precisando che non si può comunque assolutamente confermare senza ulteriori controlli se l’attacco sia effettivamente di matrice russa.

Domenica scorsa il Giappone infatti, insieme agli Stati Uniti ed al resto dell’occidente alleato, ha bloccato ad alcune banche russe l’accesso al circuito SWIFT. Inoltre ha dichiarato che verranno donati 100 milioni di dollari per dare sostegno ai soccorsi del popolo Ucraino.

Per l’azienda automobilistica giapponese non è la prima volta. Nel 2014 anche la Sony fu vittima di un attacco che causò una perdita di dati sensibili e disattivò il sistema informatico.
La cyber aggressione venne perpetuata da un gruppo di hacker nord coreani intenzionati a bloccare l’uscita del film “The Interview”, commedia che aveva come trama un piano per assassinare il leader Kim Jong Un.

Toyota afferma di non avere ancora chiaro per quanto durerà lo stop della produzione.

Fonte: Asahi Shinbun

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