In Giappone, in genere, la frutta viene venduta ad un costo più elevato rispetto alla nostra penisola; d’altro canto quello che troviamo nei banchi dei supermercati è sempre di alta qualità e molto gustoso.
Nel caso delle fragole, un pacco da circa 300 grammi viene a costare intorno a 350¥ (dipende da vari fattori quali luogo e supermercato/negozio), circa 2.50€. Almeno il doppio (?) rispetto all’Italia. Essendo quindi un frutto di medio lusso di giapponesi che ne fanno scorta nei supermercati non se ne vedono di certo molti. Nonostante questo, però, sono molto amate e una volta avevo sentito anche che il Giappone è il primo paese nel mondo per consumo di torte alle fragole.
Ma quello che voglio introdurvi con questo articolo non sono le fragole rosse che tutti conosciamo, ma un particolare tipo di fragola bianca che negli ultimi anni si è diffusa, in quantità limitate, qui nel sol levante.
E’ la fragola bianca.

Affascinante, no?
E pensate che ne esiste anche più di una tipologia:



Ne esistono anche altre tipologie e sono conosciute con altri nomi, ad esempio come shiroi houseki (pietra preziosa bianca).
Il colore bianco è dato limitando l’esposizione alla luce solare; questo riduce la formazione degli antociani durante la maturazione, i responsabili del colore rosso (gli stessi che troviamo nell’uva, ad esempio).
Solo una piccola percentuale delle fragole restano bianche (circa un 10% ma ovviamente dipende dal produttore) e molte restano bicolori.
Il gusto non si differenzia molto da quello di una normale fragola; probabilmente una acidità maggiore e una dolcezza non eccessiva.

Ma il prezzo è ciò che sbalordisce: una sola fragola gigante bianca Tenshi no mi del peso di 80g viene a costare anche 1000¥、circa 8€.
“E allora chi se le compra?!” verrebbe da chiedersi. Come regalo, chiaramente. Magari invece di un mazzo di rose, la prossima volta ci si potrebbe presentare con una Tenshi no mi.