Durante l’epoca Edo nel quartiere a luci rosse di Tokyo è nata una figura molto importante nella cultura giapponese. Erano le Oiran, prostitute d’elite che praticavano nella zona di Yoshiwara.

La loro unicità racchiude molto intensamente una parte del Giappone che non si può tralasciare, tanto che anche oggi vengono effettuate in alcuni festival delle parate nel loro ricordo.

Yoshiwara, l’antico quartiere a luci rosse di Tokyo

Poco a nord della famosissima Asakusa, durante l’epoca Edo esisteva un quartiere a luci rosse denominato Yoshiwara.
Prima di scomparire piano piano dopo l’inizio dell’epoca Meiji, la zona era frequentata da chi voleva intrattenersi con delle prostitute.

E’ qui dove sono nate le Oiran, le donne di piacere di lusso giapponesi.

Differenza tra Oiran, altre prostitute e le Geisha.

Prima di tutto è importante far presente che il termine Oiran non fa assolutamente riferimento a tutte le prostitute dell’era Edo.

Esistevano infatti vari ranghi di cortigiane all’epoca. Ad esempio le donne che sedevano nell’harimise, delle specie di vetrine che potrebbero ricordare quelle attuali di Amsterdam, non erano Oiran.

Prostitute, non Oiran, nell’harimise

Per poter avere rapporti con una Oiran invece bisognava passare vari step, dimostrare il proprio alto rango sociale ed una grande disponibilità economica.

E’ necessario anche puntualizzare sulla differenza con le Geisha, che non erano e non sono prostitute. Queste ultime infatti hanno un ruolo diverso, ossia quello di tener compagnia ed intrattenere i clienti durante ad esempio un banchetto, in presenza spesso di più persone.

Anche le Oiran però, come le Geisha, dovevano essere capaci di intrattenere il cliente con varie arti.

Le arti che doveva conoscere una Oiran

Le Oiran non dovevano possedere solo la capacità di soddisfare i piaceri sessuali dei clienti. Era necessaria una conoscenza di arti come il canto, la calligrafia, la cerimonia del tè, la poesia e l’uso di strumenti musicali quali il koto e lo shamisen. Anche la capacità di conversare in maniera erudita su vari temi.

Questa era una delle caratteristiche che le differenziavano molto dalle prostitute di basso rango.

Quanto costava il servizio di una Oiran?

Per poter passare del tempo intimo con una Oiran i clienti dovevano tirar fuori somme esorbitanti.

“Una così grande quantità di denaro da fare inclinare un castello”, dice un espressione giapponese.

Innanzitutto bisognava saldare il conto per la prestazione della singola Oiran, poi il prezzo della casa di piacere, una somma aggiuntiva per il proprietario, per la “matrona” e molte altre spese anche precedenti all’effettivo incontro. Il totale, in yen, era tra gli uno o due milioni.

Sheena Ringo, cantante giapponese vestita da Oiran

I tre step che si dovevano passare per poter avere rapporti con una Oiran

La possibilità d’incontrare una Oiran non era data a chiunque. Era infatti lei stessa a decidere se intrattenere il cliente oppure no.
Di norma bisognava passare tre step, anche se questa convenzione non è sicuro fosse presente nella totalità dei casi.

Lo step iniziale, la prima conoscenza

Il potenziale cliente passava una serata con altri commensali, invitando ad esempio delle Geisha, in presenza dell’Oiran, che si sedeva in un posto molto lontano dallo stesso, senza parlarci e senza nemmeno consumare cibo o bevande. In quell’occasione il cliente doveva dimostrare il suo livello culturale, sociale ed economico, venendo così giudicato.

Il secondo step

Se il primo incontro era andato bene, il cliente e l’Oiran si riunivano di nuovo per un banchetto insieme ad altre persone.
L’Oiran si sedeva un po’ più vicina al cliente, ma in generale si ripetevano le condizioni del primo step.

Terzo step

L’ultimo e terzo step voleva dire esser diventati un najimi, ossia un cliente “familiare” o “favorito”. Si ricevevano delle bacchette ed una postazione con il proprio nome, ed in cambio bisognava pagare la quota per esser diventati un najimi. Da questo momento, solitamente, si aveva la possibilità di passare dei momenti intimi con l’Oiran in questione.

Se si veniva scelti dalla Oiran non ci si poteva intrattenere con altre prostitute

Quando si diventava un cliente favorito della Oiran era considerato come un tradimento intrattenersi con altre donne di piacere. Nel caso in cui qualcuno fosse scoperto, si dice che fosse usanza chiedere le scuse tramite il pagamento di una ingente somma di denaro. Questa regola scomparve però nel 18esimo secolo.

Le Oiran mantenevano una posizione sociale superiore rispetto al cliente

In Giappone, anche oggi, quando ci si siede a tavola con altre persone è molto importante mantenere la giusta disposizione dei posti dei commensali (in famiglia od in situazioni meno formali questa regola può anche venire meno). Un po’ come il nostro “capotavola”.

I membri più anziani o più importanti della tavolata si siedono nel posto kamiza, mentre i più giovani o di più basso livello nei posti shimoza. Bisogna poi seguire un ordine preciso di servizio.

La regola del prima le donne, inoltre, non appartiene alla cultura giapponese (anche se è un po’ cambiato negli ultimi decenni), ed i primi ad essere serviti sono gli uomini.
Lo scrittore Yukio Mishima, nel libro Lezioni Spirituali per Giovani Samurai, raccontava di come lui con sua moglie per equilibrare la cosa alternavano la cultura del prima gli uomini nei ristoranti giapponesi, e del prima le donne in quelli occidentali.

Ma per quanto riguardava le Oiran esisteva, e si parla di secoli fa, una grandissima eccezione.
Infatti erano loro, nonostante fossero donne e, comunque, prostitute, a sedersi nel posto più importante, mentre il cliente, pagante, sedeva in quello di importanza inferiore.

Takao-dayū, una delle Oiran più famose

Guadagni e spese delle Oiran

Guardando le cifre che i clienti pagavano per il servizio si potrebbe pensare che la professione di Oiran fosse estremamente remunerativa. Non era così.

Le Oiran dovevano pagare di loro tasca i bellissimi e costosissimi vestiti, anche loro le case di piacere, il cibo, le accompagnatrici che le supportavano e tutte le altre spese necessarie. Erano costrette ad indebitarsi dall’inizio, un debito che solitamente non riuscivano nemmeno a saldare dopo un lungo servizio di anni. 

Nella maggior parte dei casi l’unica alternativa era quella di essere fortunate e trovare un uomo facoltoso che pagasse per loro, permettendogli quindi di terminare il loro servizio.
Sicuramente non mancavano le eccezioni, ossia Oiran divenute molto popolari che sono riuscite ad arricchirsi e rendersi indipendenti senza problemi.


La camminata (sfilata) delle Oiran

L’elemento più caratteristico della cultura delle Oiran è la cosiddetta Oiran Dochu 花魁道中.
Una camminata, quasi una sfilata, che le Oiran percorrevano a Yoshiwara quando dovevano dirigersi ad incontrare il cliente che le attendeva nelle ageya o in sale da tè specifiche.

Essendo tutto molto appariscente veniva chiaramente eseguita anche per mostrare alle persone la bellezza ed il fascino delle stesse e del proprio entourage.
Le fonti dicono che si radunavano moltissime persone ad ammirare le varie sfilate, e questo permetteva chiaramente un aumento dei clienti e delle attività in tutto il quartiere.

L’unicità dell’Oiran Dōchū

Le caratteristiche dell’aspetto di una Oiran sono:

  • Furisode: kimono femminili coloratissimi ed appariscenti.
  • Datehyogo: gli ornamenti di colore dorato caratteristici inseriti nell’acconciatura
  • Geta alti: le calzature giapponesi a tre sezioni che vedete in foto qui sotto
  • Obi messa di fronte: nel kimono l’obi è la “cintura/fiocco” che viene messa sulla schiena. Le Oiran invece la portano davanti, per accentuare ancora di più il loro aspetto.
I geta delle Oiran

Il passo hachimonji

Il modo di camminare tradizionale dell’Oiran viene chiamato hachimonji, traducibile come il passo che “scrive un otto” (otto in giapponese, ossia questo simbolo )
Guardando i video si nota facilmente: in parole povere consiste nel disegnare semiarco con il piede destro, posizionarlo davanti, per poi ripetere il movimento con il piede sinistro.
Questo indossando dei geta specifichi molto alti, visibili sopra in foto.

Per imparare a camminare correttamente in questo modo bisogna esercitarsi per almeno 3 anni.

Accompagnatrici dell’Oiran

Durante le loro attività ed il percorso che percorrevano le Oiran venivano accompagnate da varie figure. Ecco le più importanti.

Bōhachi

E’ il padrone della casa di piacere. In giapponese il suo nome è traducibile come “la persona che si è scordata di tutte le otto virtù dell’uomo”.

Piccole kamuro

Kamuro

La kamuro era una bambina di circa 10 anni, apprendista dell’Oiran. Si scrive con il simbolo 禿, che in giapponese significa pelato, senza capelli, o in questo caso senza peli, proprio in riferimento all’età della bambina ancora non sviluppata.

Bantōshinzō

Una donna che a causa di vari fattori non ha successo con i clienti, oppure che ha terminato il suo servizio come prostituta. Svolge lavori di gestione di tutte le operazioni che girano intorno ai servizi della casa di piacere.

Furisodeshinzō

Una ragazza di 15-16 anni, anche lei sotto le veci della Oiran. Quando una kamuro raggiunge questa età diventa una furisodeshinzō se viene ritenuta capace.
Supportavano l’Oiran nelle varie mansioni, come anche tenere compagnia ad un cliente quando la stessa Oiran non riusciva a liberarsi per intrattenerlo personalmente.
Non venivano e non dovevano esser consumati rapporti sessuali, ma sono esistiti casi in cui in segreto una furisodeshinzō ed un cliente hanno trasgredito a questa regola, con la conseguente divenuta della stessa una Oiran a tutti gli effetti e l’utilizzo del denaro ricevuto come spese di “promozione”.

La furisodeshinzō, quando da kamuro diventa tale, deve promettere di perseguire la strada di prostituta di alto livello (in pratica di non svalutarsi).

Tomesodeshinzō

Quando una kamuro non riesce a diventare una furisodeshinzō diventa una tomesodeshinzō. Quest’ultima, a differenza della furisodeshinzō, può avere dei clienti, ma non essendo ancora esperta abbastanza rimane ancora sotto le veci della Oiran.

Taishinzō

Una ragazza non molto popolare come donna di piacere ma che è invece brava nelle altre arti. Di conseguenza svolge spesso il ruolo di intrattenere sfruttando le sue capacità rimanendo nell’entourage della Oiran.

Yarite

La yarite è addetta a gestire le singole ragazze, istruirle ed a fare da mediatrice tra loro ed i clienti o le altre persone. Può essere una ragazza che ha terminato il servizio per vari motivi, oppure direttamente scelta tra le bantoshinzo perchè considerata molto capace.

Una tipica ageya dove i clienti attendevano l’arrivo delle Oiran
Susuki matsuri, festival in Hokkaido

Dove si può assistere ad una parata di Oiran?

Oggi le parate delle Oiran vengono considerate come uno show in ricordo di una cultura ormai scomparsa.

Le più importanti sono due:

Ne vengono effettuate anche altre, come ad esempio ad Edo Wonderland.

Festival Ichiyo Sakura, parata delle Oiran

Festival Ichiyo Sakura, parata delle Oiran

13 Aprile 2024    
Orario Variabile
Ad Asakusa, nella zona denominata Kannon Ura (dietro il tempio), un festival in onore dei ciliegi in stile Ichiyo. L'evento principale è la parata delle [...]

Libri e film sulla cultura Oiran

Sakuran, il manga sulla ragazza che percorre la strada per diventare un Oiran

Scritto dalla mangaka Moyoco Anno (moglie di Hideki Anno, Evangelion) nel 2001. Ne è stato tratto anche un film.

La città senza notte, grande approfondimento sul quartiere di Yoshiwara

Una delle prime opere più approfondite sul quartiere Yoshiwara.

Yoshiwara Enjo (1987), uno dei film più iconici sulle Oiran

Conosciuto all’estero come Tokyo Bordello, è un film giapponese drammatico che narra la storia di una ragazza che percorre la sua strada come donna di piacere a Yoshiwara.
Con atmosfere molto avvolgenti ed erotiche, proietta prima sullo schermo e poi sugli spettatori sia un forte senso di bellezza sia una grande malinconia.

yoshiwara enjo locandina oiran

I vari stili delle Oiran.

I kimono delle Oiran dovevano essere molto colorati ed appariscenti. Qui di seguito alcuni esempi bellissimi.

Mentre in giapponese esistono molti documenti al riguardo, quello che si trova in altre lingue è spesso molto approssimativo e poco corretto.

Spero di essere riuscito a raggruppare le varie informazioni nella maniera più scorrevole possibile.

Fonte: Rekisiru e Wikipedia Japan

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