Le ricette della signora Toku, conosciuto in giapponese con il titolo An (abbreviazione di anko), è un film del 2015 scritto e diretto da Naomi Kawase. Si basa sul romanzo di Durian Sukegawa, che partecipa come attore nel ruolo di uno dei protagonisti.

Le ricette della signora Toku Screenshot

La strada di Sentaro, uomo afflitto da una malinconia perenne che gestisce un negozio di dorayaki, si incontra con quella di Toku, un’anziana signora alla ricerca di un lavoretto part-time.

Per tutto il film siamo contornati dai classici scorci del Giappone contemporaneo, in quelle zone situate a metà tra la grande città e la profonda campagna.
La storia procede lentamente, in una sorta di percorso contemplativo che abbraccia il tema della libertà e della resilienza dei due protagonisti.

Le ricette della signora Toku Screenshot

Non è assolutamente un film incentrato sul dorayaki, ma più che altro sulla capacità di apprezzare e valorizzare le bellezza della vita, tra cui quella di dedicarsi con impegno alla produzione di un apparentemente semplice dolcetto.

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Il tema principale del film (SPOILER)

La principale tematica su cui si fonda il film è la legge, abolita nel 1996, che obbligava alla segregazione in sanatori a tutti coloro che avevano contratto il morbo di Hansen, comunemente conosciuto come lebbra.

Le persone segregate, nonostante non fossero più affette dalla malattia e non contagiose, ma ne portavano comunque i segni, erano considerate potenzialmente pericolose dallo stato se lasciate in libertà, e conseguentemente anche rifiutate dalla massa.
Nel film, i pregiudizi portano infatti alla completa sparizione di tutti i clienti del negozio.

Da una parte c’è Sentaro, con un passato in prigione, che non riesce a scrollarsi da dosso i fantasmi che lo tormentano per riaffacciarsi alla vita.
Dall’altra Toku, invece, costretta alla segregazione per innumerevoli anni, che è mossa invece da una grande voglia di vivere.



Curiosità per Gourmet

Durante il film si possono notare varie curiosità interessanti riguardo alla produzioni di dorayaki.

Ad esempio la reazione di Toku quando viene a scoprire che Sentaro usa un anko già fatto, ordinato ad un azienda produttrice invece di farselo da sè. La donna (nella versione in lingua madre si nota moltissimo), che fino a quel momento aveva mantenuto un carattere molto posato e timido, nel momento in cui vede l’assenza di dedizione di Sentaro si lascia andare in un’espressione sconvolta, quasi come se si stesse commettendo un crimine.
In giapponese dice: “Dorayaki wa an ga inochi deshō!”. Come a dire: “Ma come?! Per un dorayaki l’anko è tutto! Si basa tutto su quello!”
E’ bellissimo notare l’importanza che viene data alla cucina e agli ingredienti.
Un paragone si può fare con i locali di ramen: c’è una grande differenza tra quelli che si producono il brodo da soli e quelli che lo ordinano già fatto, ed i giapponesi questo lo sanno.

Un altro simpatico momento è quando Sentaro regala a Wakana gli scarti dei dorayaki venuti male. Chiunque abbia mai provato a fare dei dorayaki a casa (se volete c’è questa ricetta), sa benissimo come capiti non poche volte che escano delle fette fatte male, bucate o bruciate.
E’ usanza assolutamente non buttarle, ma mangiarle così senza spalmarci l’anko.

Le ricette della signora Toku Screenshot
Sentaro regala a Wakana le fette di dorayaki venute male
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Toku è sconvolta alla visione dell’anko non fatto in casa