Il Ministro della Difesa ha lanciato un nuovo Comando con lo scopo di proteggersi più efficacemente dagli attacchi cyber, di cui l’eventualità sta ultimamente preoccupando il Giappone.

Russia, Cina e Nord Corea sono diventate una minaccia a livello informatico. Non solo per quanto riguarda le aziende private, come è accaduto a Toyota qualche settimana fa, ma anche a livello nazionale.
Un ufficiale delle Self Defense Force ha infatti dichiarato che senza un’adeguata difesa anche in ambito informatico si rischierebbe di rimanere vittima di attacchi che possano mettere fuori uso tutte le comunicazioni militari giapponesi.

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Il ministro della difesa Nobuo Kishi, a sinistra, presenta la nuova bandiera del Comando ad un ufficiale delle Self Defense Force

Riorganizzando le forze terrestri, marittime ed aeree della Self Defence Force, la nuova struttura sarà formata da 540 elementi.
450 membri del comando si dedicheranno alla difesa dagli attacchi cyber, un aumento di solo 160 elementi rispetto alla precedente, numeri molto bassi che lasciano ancora indietro il Giappone rispetto agli altri paesi.
L’esercito cinese infatti impiega 175.000 persone nel settore informatico, di cui 30.000 solo per gli attacchi. Anche la Corea del Nord supera largamente il Giappone, avendo all’attivo ben 6800 unità.

Oltre ai numeri limitati, il problema principale restano le disposizioni legislative.
Non è permesso infatti alla SDF di contrattaccare immediatamente per mettere fuori uso gli eventuali server responsabili, ma solo dopo aver ricevuto un ordine ufficiale di difesa.
In uno scenario informatico dove tutto è velocissimo, è facilmente comprensibile come questo impedimento sia un forte handicap per ogni tipo di manovra militare.

Inoltre la difesa delle infrastrutture più importanti, come le centrali di energia elettrica, non fa parte della missione del nuovo comando, lasciandole ancora vulnerabili.

Fonte: Asahi Shinbun

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