Su questa tipologia di locali chiamati “snack bar” ci sarebbe molto da dire.
Per farla breve sono posti solitamente piccolini gestiti da una donna matura, chiamata “mama” (“matrona”), che serve drink, stuzzichini (di livello variabile) e chiacchiera con i clienti.

Non son tutti uguali: ci son quelli dall’atmosfera piú riservata, quelli piú chiassosi, alcuni piú lussuosi, oppure postacci. Essenzialmente peró quello che li accomuna è il prezzo, che di base è abbastanza alto (anche molto), proprio perché si mette in conto anche la compagnia e lo stile di ospitalità.

La clientela è principalmente maschile, dal momento che la donna che gestisce (magari anche aiutata da altre) crea un ambiente che punta a far rilassare gli avventori facendo discorsi che amalgamino la sua femminilità con la loro mascolinità. Quindi spesso si parla di argomenti come rapporti di coppia, sesso e via dicendo.

Per un italiano/occidentale è difficile comprendere la logica di questo tipo di intrattenimento (che è presente con sfaccettature diverse anche in altre tipologie di locali giapponesi).
Sebbene possa sembrare veramente buffo pagare per un servizio del genere, se lo si analizza sotto altri punti di vista lo si potrebbe anche considerare al contrario molto nobile come intrattenimento. Valorizzare l’importanza della compagnia, della gentilezza, dell’ascoltare una persona, della creazione di un atmosfera di pace e tranquillità a tal punto da considerarlo un lusso con conseguente richiesta di remunerazione monetaria… possiamo considerarlo sbagliato?
Dopotutto la figura della geisha, oggi ormai obsoleta ed in scomparsa, consisteva proprio in questo.