In Giappone le balene sono state cacciate fin dall’antichità.
Oggi il consumo di questa carne è estremamente basso. In media 40g (due fette di prosciutto) all’anno pro capite.
Ma non è sempre stato così.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale il Giappone, occupato dagli USA, stava affrontando una dura crisi economica. Per contrastare la carenza di cibo proteico disponibile gli fu permesso, dopo il Convegno sulla Regolamentazione della Caccia alla Balena tenutosi a Washington nel 1946, di cacciare le balene nell’Antartico.
La carne di balena divenne popolare al punto tale che veniva spessissimo servita nelle mense della scuola durante gli anni ’60.
Il consumo poi decrebbe velocemente fino alla fine degli anni ’80, quando era già ormai diventato molto basso come lo è oggi.

Proprio durante la fine degli anni ’80 ne venne vietata la pesca commerciale e venne permessa invece solamente la pesca per la ricerca scientifica, in numeri limitati.
La carne consumata da trent’anni fa ad oggi quindi teoricamente è sempre appartenuta ad esemplari pescati per essere studiati e non a fini strettamente di vendita (ma di cui la carne è stata portata e venduta ai consumatori per evitarne lo spreco).
E’ importante tenere presente anche come da un esemplare di balena si ricavino altri numerosi prodotti, spesso di altissimo livello e non perforza legati con il consumo alimentare.
Negli ultimi decenni varie organizzazioni si sono battute contro la caccia, specialmente al fine di proteggere le specie a rischio di estinzione.
Un evento che ha fatto riaccendere la miccia della protesta è accaduto proprio nel Luglio di quest’anno, quando il Giappone si è tirato fuori dagli accordi che lo obbligavano a cacciare solamente nell’antartico e per scopi scientifici, tornando a praticare nelle proprie acque territorialie per scopi commerciali (ma sempre nei numeri limitati dalla commissione internazionale).
Bisogna specificare che, a differenza di quanto si potrebbe credere tramite un pensiero superficiale, esistono varie specie di balena.
La celebre e mastodontica balenottera azzurra, dal peso di 150 tonnellate e in pericolo di estinzione è una di queste.
Esiste però anche la minke whale (balenottera minore), un cetaceo, sempre grande, ma dal peso di “sole” 5 tonnellate (30 volte meno della balenottera azzura, e circa 5 volte uno squalo bianco).
Questa balena non è assolutamente a rischio di estinzione.
Per dare una veloce idea negli USA esistono (stima) circa 300.000 esemplari di Angus Beef; di Antartic Minke Whale ne sono state stimate 500.000 ca. nell’emisfero australe, nel 2004, proprio dall’International Whaling Commission.
Ed infatti è proprio la Minke Whale l’esemplare di balena che viene maggiormente cacciato.
A livello etico e culturale c’è chi potrebbe considerare la balena come animale superiore, come un cane od un gatto ad esempio, che non deve essere mangiato e nemmeno ucciso per ricavarne prodotti (magari paragonandolo agli elefanti sterminati per l’avorio delle loro zanne).
Altri invece lo potrebbero considerare non diversamente da un tonno.
Stabilire cosa sia giusto o sbagliato non è lo scopo di questo articolo.
E’ tutto un problema di cultura: per un giapponese medio, che come noi non mangerebbe mai un cane od un gatto, è anche quasi inimmaginabile, e per alcuni terribile, mangiare un abbacchio (l’agnellino ancora da latte) o un coniglio.
solo se sei interessato continua ai tagli di carne di balena →