Il terremoto del 16 marzo, danneggiando alcuni impianti elettrici, ha messo a rischio la stabilità elettrica di Tokyo e dintorni, blackout sventato.

Martedì 22 il governo giapponese ha mandato l’allerta a tutta Tokyo.

Tra le conseguenze provocate dal terremoto del 16 Marzo c’è stata infatti anche la destabilizzazione di una centrale termoelettrica. Venne infatti fermata per un periodo la fornitura di elettricità a 2.23 milioni di famiglie, in 14 prefetture.

Negli scorsi giorni la TEPCO ha esposto vari comunicati richiedendo alle persone di risparmiare sulla corrente, in modo da poter conservare una sufficiente quantità di energia.
Purtroppo l’effettivo abbassamento dei consumi è stato solo di un terzo di quello che si sperava.

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TEPCO, la più grande compagnia elettrica del Giappone

L’improvviso abbassamento di temperatura di Tokyo e dintorni ha preoccupato per l’utilizzo dei condizionatori

L’abbassamento che invece è stato repentino è stato quello della temperatura, preoccupando così la TEPCO (Tokyo Electric Power Company), l’azienda fornitrice d’elettricità che ha subito il danneggiamento. Il termometro ha toccato improvvisamente i 3 gradi, un freddo che molto raramente si raggiunge nel periodo di equinozio primaverile, ed a causa della pioggia, nuvole ed addirittura della neve l’energia solare non poteva venire sfruttata al meglio. La disponibilità prodotta dalle centrali idroelettriche era inoltre molto limitata.

Per evitare un improvviso blackout, la compagnia ha chiesto immediatamente ai cittadini di non utilizzare i condizionatori sopra i 20 gradi, ed alle aziende di fare il possibile per tagliare i consumi durante le ore di maggior picco energetico.

Koichi Hagiuda, il ministro dell’economia, ha dichiarato che senza un’ulteriore collaborazione da parte delle aziende e dei privati ed un abbassamento di almeno 2 gigawatt tra le 15:00 e le 20:00, molti rischierebbero di rimanere senza energia.

Il gigantesco blackout avrebbe potuto colpire le prefettura di Tokyo, Ibaraki, Kanagawa, Saitama, Chiba, Tochigi, Yamanashi, Shizuoka e Gunma.

zone rischio blackout giappone
L’area in rosso evidenzia le zone a rischio.

Un sistema di allerta istituito dopo il terremoto del 2011

Il governo giapponese ha introdotto questo sistema dopo il devastante terremoto, con conseguente tsunami, del 2011.
In casi di emergenza tramite la collaborazione dei privati e delle aziende, stando alle dichiarazioni, si può riuscire ad evitare un collasso generale energetico.

Il terremoto di magnitudo 7.4 della scorsa settimana, colpendo principalmente la prefettura di Miyagi e Fukushima, ha infatti danneggiato svariati impianti termoelettrici, di cui 6 devono ancora tornare in funzione.

La collaborazione delle aziende, dei cittadini e delle strutture governative sventa il blackout

La governatrice di Tokyo Yuriko Koike ha assicurato che nelle strutture governative la temperatura sarebbe stata settata a 19 gradi e le luci utilizzate al minimo.
Il ministro dell’educazione ha annunciato di star velocemente comunicando le direttive a tutte le strutture scolastiche.

Molte aziende hanno sfruttato i loro generatori d’emergenza per diminuire l’impatto.
Inoltre nel dettaglio, per esempio, negozi di elettrodomestici e sale giochi hanno spento una parte delle apparecchiature elettroniche.

Anche la Tohoku Electric Power Company ha chiesto di limitare il consumo ai suoi clienti.

Secondo TEPCO da dopo le 20:00 tra i 2 o 3 milioni di famiglie sarebbero potute rimanere senza energia. Ha in aggiunta chiesto di continuare con le manovre di risparmio anche nelle ore successive.

Fortunatamente la collaborazione dei cittadini e delle aziende è riuscita a far sventare il blackout, ed a permettere alle Tokyo di rimanere illuminata.

Fonte: Asahi Shimbun

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