L’akumaki è un dolce/cibo tradizionale di Kagoshima, che si è diffuso anche a Miyazaki e Kumamoto. Si narra che fosse portato dai samurai, quando si dirigevano nelle zone di battaglia, tra cui anche proprio quelli che hanno partecipato alla Ribellione di Satsuma (da cui è stato tratto il bellissimo film L’Ultimo Samurai).

La particolarità è data dal procedimento che prevede l’utilizzo di liscivia, tradizionalmente ricavata dalla cenere, in cui viene fatto riposare il riso glutinoso (lo stesso del mochi) nei primi step di preparazione.

Successivamente il riso viene avvolto da delle foglie di bambù e poi cotto.

Il risultato ha un odore molto forte, che rasenta quasi il disgusto per uno che non è abituato (ricorda lo zolfo). La consistenza non è compatta come il mochi, ma un po’ più gelatinosa.

akumaki tenuto in mano

Viene consumato insieme al classico abbinamento di kinako (farina di soia) e kuromitsu (sciroppo dolce simile alla melassa di colore nero).

E’ sicuramente un sapore originale, molto amarognolo. Un gusto acquisito.

Questo metodo permetteva ai giapponesi del passato di conservare il riso cotto per molti giorni, in situazioni in cui non si aveva tempo di cuocerlo (ossia proprio nei periodi di battaglie).

akumaki dolce kagoshima